Una cultura professionale per la Polizia di Stato dell’Italia liberale
Informazioni aggiuntive
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Pagine | 415 |
Formato | 17×24 |
Uscita | |
ISBN | 9788840017952 |
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Descrizione
Fra l’Unificazione, la guerra di Libia e poi il primo conflitto mondiale, la polizia italiana pose le proprie basi organizzative e istituzionali. Lungo tutto quel mezzo secolo, le sue attività furono ‘accompagnate’ dalle pagine di una rivista, ininterrottamente edita per cinquant’anni. Si trattava del “Manuale del funzionario di sicurezza pubblica e di polizia giudiziaria”. La rivista, pensata, voluta e a lungo diretta da Carlo Astengo, era indirizzata ai funzionari e alle guardie dell’allora piccolo corpo di polizia. Attraverso la sua lettura, i poliziotti potevano informarsi attorno alle principali norme amministrative regolanti il servizio. Avrebbero anche conosciuto meglio la società che dovevano controllare, le sue trasformazioni e le sue sfide all’ordine dell’Italia liberale. Infine, elemento non secondario, potevano leggere e partecipare ad una pubblica discussione circa l’assetto, l’ordinamento e le finalità della polizia. Perché uno degli scopi del periodico, firmato dalle migliori menti fra quelle dei poliziotti del tempo, era la necessità tanto di conoscere e far conoscere quanto di gestire e riformare la polizia dell’Italia liberale.
Autore
Nicola Labanca insegna Storia contemporanea all’Università di Siena. È Presidente del Centro Interuniversitario di Studi e Ricerche StoricoMilitari. Michele di Giorgio sta completando il dottorato presso la Scuola superiore in Studi storici delle Università di Venezia, Padova e Verona. Si occupa di storia della polizia nell’Italia contemporanea.