Descrizione
La filosofia europea del nostro secolo si è incontrata in due diverse fasi con il problema e la prassi della realizzazione socialista: dapprima al tempo della rivoluzione di ottobre, poi nel secondo dopoguerra, con l’esperienza delle democrazie popolari dell’Europa centro-orientale. Nelle democrazie popolari il tentativo staliniano di livellare ogni problematica esistenziale e filosofica nel quadro di un’ideologia progressista prefabbricata ha incontrato serie resistenze. Oltre che dalle tradizioni nazionali, la continuità con la maggiore cultura europea è stata garantita dai marxisti della vecchia generazione, come Lukács e Bloch. Il 1956 rappresenta il momento di svolta in cui il pensiero filosofico marxista acquisisce una propria autonomia e una funzione critica a cui non vorrà più rinunciare. Questo libro sviluppa la dialettica tra l’escatologia rivoluzionaria, la disillusione e la scepsi che tende a prendere il sopravvento. Implicitamente viene posto il problema dell’eredità possibile del socialismo moderno attraverso e oltre le esperienze storiche della “realizzazione”.
Autore
Guido Davide Neri (19352001), allievo di Antonio Banfi, Enzo Paci e Dino Formaggio, ha insegnato presso l’Università di Verona. Studioso della fenomenologia e del marxismo, ha dedicato una costante attenzione alla filosofia dell’Europa centroorientale. Tra le sue pubblicazioni, Prassi e conoscenza (Feltrinelli, 1967) e Crisi e costruzione della storia (Bibliopolis, 1988). Ha tradotto e curato testi di E. Husserl, E. Panovsky, M. MerleauPonty, H. Arendt, K. Kosík, J. Patocˇka. È stato collaboratore delle riviste “Il filo rosso”, “Quaderni piacentini”, “aut aut”.