In certe epoche non bisognerebbe mai avere vent’anni

Il giovane nella società letteraria e nel romanzo ai tempi del fascismo

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Autore

Pagine

161

Formato

12, 5, 5×20

Uscita

ISBN

9788840015866

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Descrizione

Durante il ventennio fascista, si afferma definitivamente in Italia il genere romanzo: un romanzo che non è più quello del modernismo, ad alto tasso saggistico, né quello realista ottocentesco, ma ha qualcosa di entrambi. La battaglia per il romanzo viene condotta dalla generazione dei “giovani scrittori”, e la giovinezza diventa anche una costante tematica fondamentale, influenzando in modo decisivo e duraturo la forma stessa del genere. In modo inedito, questo saggio esamina le tensioni e le lotte nel campo letterario all’ingresso dei nuovi narratori, per poi passare all’analisi delle loro opere, e della galleria di indifferenti e inetti che le abita: un vero e proprio contraltare al giovane fascista (il quale invece crede, obbedisce e combatte), che tuttavia con esso intrattiene rapporti sottili, antitetici, a volte ambigui. Un articolato panorama di autori maggiori e minori fotografati agli inizi della loro carriera letteraria, Moravia e Brancati, Vittorini e Pavese, Bernari e Jovine, de Céspedes e Buzzati, seguito dall’analisi di quattro opere in diverso modo esemplari: “Gli indifferenti”, “Tre operai”, “Il deserto dei Tartari” e “Gli anni perduti”.

Autore

Stefano Guerriero ha svolto attività di ricerca presso l’Università di Siena. È collaboratore di «Belfagor», «L’immaginazione» e altre riviste letterarie, e ha pubblicato saggi su narratori, editori e critici dell’OttoNovecento. Con Gian Carlo Ferretti è autore di una Storia dell’informazione letteraria in Italia dalla Terza pagina a internet 19252009 (Feltrinelli, 2010) e di Giorgio Bassani editore letterato (Manni, 2011).